BAZAR

Stanza 6

Nel corso degli anni l'idea del viaggio, dell'altrove è esplorata dal prêt-à-porter italiano in modo disinibito. Il gesto creativo è inteso come un movimento fra appropriazione e citazione volutamente imprecisa, e si esprime in abiti, accessori e gioielli che evocano atmosfere di un altrove esotico spesso solamente desiderato, immaginato con un'attitudine che annulla il rigore antropologico nel gesto pop che accompagna le forme del turismo di massa. È un altrove per tutti, assolutamente non elitario.

Negli anni settanta Walter Albini fa entrare in cortocircuito l'Oriente con le forme di un abbigliamento da guerriglia urbana. Negli anni ottanta e novanta suggestioni dalla Cina, dal Giappone, dall'India, dal Marocco e dal Nord Africa tornano più volte nel lavoro degli stilisti italiani - Gianfranco Ferré, Krizia, Giorgio Armani - che le utilizzano per ridisegnare le silhouette con un atteggiamento che spesso associa lo styling alla progettazione.

Le atmosfere sono mescolate in modo sfacciato come in un bazar, fra alto e basso, in un apparente disordine cangiante e chiassoso che offre al nostro sguardo simultaneamente le stampe animalier più aggressive di Roberto Cavalli e di Versace e le delicate ricerche materiche di Romeo Gigli, sospese fra cromatismi indiani e bagliori bizantini.