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Stanza 8

La Sardegna di Antonio Marras, la Sicilia di Dolce & Gabbana, le cartoline dalle tante città italiane di Franco Moschino, la Firenze di Cesare Fabbri, la Magna Grecia neobarocca di Gianni Versace. Fra gli anni settanta e gli anni novanta gli autori italiani progettano a più riprese abiti e oggetti che, muovendo fra nostalgia e satira acida, giocano in modo esplicito con gli stereotipi di un'italianità nazionalpopolare.

Ma non è solo una questione di immaginette e souvenir utilizzati per valorizzare in chiave di bel paese la moda italiana sulla scena internazionale: è anche l'azione con cui si recuperano e si rendono globali le straordinarie tradizioni artigianali locali.

Un modo per affermare e simultaneamente preservare i molti idiomi regionali che attraversano e definiscono il saper fare italiano, sempre sospeso fra artigianato e industria.